Anni fa, io e i nostri amici regalammo a Gabriele, il mio compagno, in occasione del suo primo compleanno che passavamo insieme, due tartarughine d'acqua.
Erano così piccine da stare su un palmo di mano e aprivano quelle loro fauci ancora acerbe in modo così divertente che era uno spasso starle a guardare.
Quando furono abbastanza grandi per reggere il clima invernale, predisponemmo una piscinetta nell'orto dei genitori di Gabriele, circondata da piante, da alberi che regalavano protezione d'inverno e refrigerio d'estate. Le si poteva vedere uscire e, come dinosauri, allungare il collo rugoso verso i raggi del sole o seguire con occhi predatori gli insetti che svolazzavano intorno.